La Convenzione affronta il tema dell’infanzia, delicato e fondamentale, i n modo innovativo: in essa i diritti delle nuove generazioni sono definiti non solo rispetto alla loro protezione e tutela, ma anche e soprattutto in termini di soggettività dei bambini e delle bambine. Infanzia e adolescenza quindi non come un periodo di attesa per i cittadini del domani, ma come importante fase della vita di cittadini del presente, fin da subito degni di essere allo stesso modo ascoltati, protetti e rispettati.
La Convenzione è un documento normativo riconosciuto ed in quanto tale non è una semplice dichiarazione di intenti, ma uno strumento che tutti i paesi del mondo possono, apportando le dovute ratifiche, rendere esecutiva al proprio interno. Ed infatti così è per l’Italia fin dal 1991: da ben 17 anni la Convenzione è a tutti gli effetti una legge dello Stato Italiano. I diritti dei bambini assumono un valore portante anche nelle nostre città. A partire dalle nostre comunità dobbiamo mettere in primo piano temi come l’istruzione, la sanità, la protezione da ogni forma di violenza, l’accesso alle informazioni, il diritto alla privacy, la libertà d’espressione, il diritto ad essere ascoltati su ogni questione che li coinvolge direttamente o indirettamente. Il cammino dei diritti dei bambini e delle bambine comincia dai gesti quotidiani degli adulti (genitori, insegnanti, educatori, cittadini) e ce n’è bisogno a partire dalle occasioni concrete, dagli incontri quotidiani che ciascuno di noi ha con i più piccoli. Riconoscere i diritti dei bambini significa anche realizzare il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, della quale ci accingiamo a celebrare il 60° anniversario:“Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”.
Titolari di diritti non si diventa, si nasce!
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