di Lino D’Andrea, Presidente Nazionale Arciragazzi
Il 20 Novembre del 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promulgato la Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che è stata ratificata dal Parlamento Italiano il 27 maggio 1991, con la legge 176 che rende quindi i Diritti di Bambini e Ragazzi una delle fonti giuridiche del nostro Paese e un impegno che lo Stato prende verso i suoi più giovani cittadini e verso la Comunità Mondiale.
Nel Novembre 2009 I Diritti dei Bambini compiono 20 anni: un’occasione di celebrazione ma anche di riflessione, approfondimento e rilancio verso il futuro.
La Convenzione di New York del 1989, e con essa la Legge 176/91 del nostro parlamento che la ratifica, rappresenta un significativo passo in avanti nella “cultura del diritto”, precisando il dettato della Dichiarazione universale dei Diritti Umani per ciò che attiene le persone “minorenni” (anche se a noi dell’Arciragazzi non piace questo termine che rimanda ad un “minus”, di “minor valore”) e, in particolare, proponendo una vera e propria “rivoluzione copernicana”: i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze vengono con essa riconosciuti “soggetti” e non “oggetti” di Diritto, non solo quindi destinatari di protezione e sussistenza, quindi servizi, ma “cittadini” da considerare come interlocutori, nel rispetto delle fasi dell’età evolutiva, attraverso la novità del Diritto di Partecipazione (art. 12), uno dei Principi fondamentali della Convenzione ONU.
Gli altri due Principi fondamentali, della Non Discriminazione (art. 2) e del Superiore Interesse (art. 3), impongono all’attenzione l’obbligatorietà del rispetto di TUTTI i Diritti per TUTTI i cittadini di minore età presenti nel nostro Paese, senza ALCUNA distinzione di età, genere, nazionalità, provenienza; essi impongono anche l’obbligo di individuazione dei cosiddetti “portatori di dovere”, gli adulti (Politici, Legislatori, genitori, Amministratori, Insegnanti, Educatori, fino ad ogni singolo cittadino maggiorenne) che devono far sì che i diritti dei bambini – che sono oggettivamente un soggetto “debole” nelle dinamiche sociali – siano rispettati e che, qualora in conflitto con i Diritti degli adulti, abbiamo la prevalenza (Superiore Interesse).
In Italia la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha dato vita ad un intenso processo legislativo (leggi 285/97, 451/97, etc.), di produzione di ricerche, documentazione, Piani (Osservatorio Nazionale Infanzia e Adolescenza, Centro Nazionale di Documentazione per l’Infanzia e l’Adolescenza, Commissione Bicamerale Infanzia, 3 Piani Nazionali Infanzia, etc.).
Inoltre, sul versante del Terzo Settore, da circa un decennio sono attive ampie reti di Organizzazioni Non Governative nazionali, anche accreditate in ambiti internazionali, che svolgono una preziosa e puntuale azione di proposta sui temi dei Diritti, della Partecipazione, del Monitoraggio dei Diritti. Tra questi citiamo il PIDIDA (Coordinamento Per I Diritti dell’Infanzia e Dell’Adolescenza), che ha seguito (e noi Arciragazzi con esso) tutte le iniziative di partecipazione diretta dei bambini e dei ragazzi alle Conferenze e Incontri nazionali e Internazionali (2 volte a New York all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2002 e nel 2007, Conferenza del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia a Ginevra nel 2005, Conferenza Infanzia del 2002, Forum dei Ragazzi e incontri in Senato nel 2006, incontro con il Presidente Napoletano del 2007) e che ha sviluppato un’intensa e significativa esperienza e competenza nella proposta di processi partecipativi con i ragazzi (dal monitoraggio delle politiche locali e nazionali all’elaborazione di proposte per le Amministrazioni). E, inoltre, citiamo il Gruppo di Lavoro per la CRC, che dal 2001 elabora annualmente il Monitoraggio circa l’applicazione della CRC in Italia, accreditato presso il Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia di Ginevra.
Dagli anni 2000 in poi il panorama appare però più complesso e difficile perché la mancata armonizzazione e completa applicazione della Legge 328/00 da una parte (con l’assenza dei LIVEAS a 9 anni dalla promulgazione della 328/00) e il decentramento di alcuni funzioni legislative alle Regioni successive alla modifica del Titolo V della Costituzione, mettono seriamente in mora la concreata applicazione delle disposizioni della Convenzione ONU sui dei Minori; infatti senza i Liveas manca lo strumento di ricaduta degli Standard minimi sui livelli regionali e senza la connessione di questo strumento con i Diritti e il Piano Nazionale Infanzia l’azione legislativa delle Regioni rischia di non recepire “strutturalmente” le elaborazioni e gli impegni internazionali dello Stato Centrale.
Forse ancora manca una cultura diffusa dell'intervento sull'infanzia e “per” l’infanzia, a nostro parere la Politica (con la “P” maiuscola) non ha assunto strutturalmente la Convenzione ONU come fonte di ispirazione (a differenza di quello che è accaduto ormai 15 anni fa), sicuramente manca la volontà dell'investimento sulle giovani generazioni, viste via via come “problema”, “emergenza” e, recentemente, solo come “categoria debole” da proteggere; addirittura si sta imponendo un pensiero che ci preoccupa molto, quello che considera i bambini e i ragazzi sono come “figli” o “studenti” o “fruitori di servizi” quindi confondendo le politiche per l’infanzia e l’adolescenza, volta per volta, con quelle familiari, scolastiche, sociali; la stessa Legge 328/00, pur inapplicata, purtroppo propone per molti una visione che riduce le occasioni e le opportunità per l’infanzia e l’adolescenza (così titolava saggiamente la Legge 285 nel 1997) con “prestazioni” e servizi, a loro volta legati non già a Diritti ma alle disponibilità date dalle varie leggi finanziarie.
E’ preoccupante, a dimostrazione di questo calo di attenzione, che ad oggi si sia ancora in attesa del rinnovo del Piano Nazionale Infanzia, scaduto nel 2004 e della figura del Garante Nazionale per l’Infanzia.
Noi proponiamo ad ogni cittadino adulto e quindi a tutti gli ambiti organizzati della Società (la politica, le Amministrazioni, la Società Civile organizzata, le famiglie, etc.), di fare del 20nnale dei Diritti dell’Infanzia il “punto di partenza” per un percorso da intraprendere nei prossimi anni, perché i Diritti dei Bambini e dei Ragazzi sono ancora largamente inattesi in Italia, nella prassi, nelle politiche, nel sistema strutturale che da vita alle nostre Leggi, nel sistema culturale che sta alla base del sistema educativo e formativo, nelle nostre città sempre più impraticabili dai bambini e ancor meno disponibili per il gioco, nel loro tempo iperorganizzato, nella disattenzione verso le politiche di sostegno per le donne, nei respingimenti dei bambini in mare solo perché figli di stranieri ….
In generale, è opinione e auspicio di tutta l’Arciragazzi che il tema dei Diritti – e in questo caso dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in particolare – sia una fonte di partenza per l’elaborazione delle politiche di welfare sia nazionali che regionali e locali, attraverso gli strumenti che la legislazione ci consegna (Liveas, Conferenza Stato-Regioni e Stato-Regioni-Enti Locali, Leggi Quadro sui Servizi Sociali, etc.). E’ infatti a noi evidente che un welfare che si riconduca solo agli aspetti “prestazionali” e di mero “servizio” (pubblico o esternalizzato che sia) non può da solo raggiungere gli obiettivi che la ratifica della Convenzione ONU pone.
Ed è altrettanto evidente che la scomparsa della “società educante”, che la delega educativa al solo ambito dei servizi e delle “professioni” sia lo specchio di una comunità che considera i bambini e i ragazzi una “riserva indiana”, al più da proteggere e non da promuovere come parte integrante delle nostre Città e Paesi.
In questi giorni è prevista la Conferenza Nazionale Infanzia e Adolescenza, a Napoli, dal 16 al 18 Novembre. Auspichiamo che in tale appuntamento possano trovare adeguato spazio i temi principali dei Diritti (Non Discriminazione, Partecipazione, Educazione, Famiglia, Protezione delle Minoranze e dei Migranti, Povertà minorile, etc.) e possa fare un sostanziale passo in avanti nella dotazione del Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza e nel rispetto delle Raccomandazioni sui Diritti poste al nostro Paese dagli organismi internazionali.
Perché il 20simo anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sia il punto di partenza per i prossimi 20 anni di Diritti dei Bambini e dei Ragazzi, delle Bambine e delle Ragazze in Italia. Noi ci saremo, sappiamo che non saremo soli.
Il 20 Novembre del 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promulgato la Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che è stata ratificata dal Parlamento Italiano il 27 maggio 1991, con la legge 176 che rende quindi i Diritti di Bambini e Ragazzi una delle fonti giuridiche del nostro Paese e un impegno che lo Stato prende verso i suoi più giovani cittadini e verso la Comunità Mondiale.
Nel Novembre 2009 I Diritti dei Bambini compiono 20 anni: un’occasione di celebrazione ma anche di riflessione, approfondimento e rilancio verso il futuro.
La Convenzione di New York del 1989, e con essa la Legge 176/91 del nostro parlamento che la ratifica, rappresenta un significativo passo in avanti nella “cultura del diritto”, precisando il dettato della Dichiarazione universale dei Diritti Umani per ciò che attiene le persone “minorenni” (anche se a noi dell’Arciragazzi non piace questo termine che rimanda ad un “minus”, di “minor valore”) e, in particolare, proponendo una vera e propria “rivoluzione copernicana”: i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze vengono con essa riconosciuti “soggetti” e non “oggetti” di Diritto, non solo quindi destinatari di protezione e sussistenza, quindi servizi, ma “cittadini” da considerare come interlocutori, nel rispetto delle fasi dell’età evolutiva, attraverso la novità del Diritto di Partecipazione (art. 12), uno dei Principi fondamentali della Convenzione ONU.
Gli altri due Principi fondamentali, della Non Discriminazione (art. 2) e del Superiore Interesse (art. 3), impongono all’attenzione l’obbligatorietà del rispetto di TUTTI i Diritti per TUTTI i cittadini di minore età presenti nel nostro Paese, senza ALCUNA distinzione di età, genere, nazionalità, provenienza; essi impongono anche l’obbligo di individuazione dei cosiddetti “portatori di dovere”, gli adulti (Politici, Legislatori, genitori, Amministratori, Insegnanti, Educatori, fino ad ogni singolo cittadino maggiorenne) che devono far sì che i diritti dei bambini – che sono oggettivamente un soggetto “debole” nelle dinamiche sociali – siano rispettati e che, qualora in conflitto con i Diritti degli adulti, abbiamo la prevalenza (Superiore Interesse).
In Italia la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha dato vita ad un intenso processo legislativo (leggi 285/97, 451/97, etc.), di produzione di ricerche, documentazione, Piani (Osservatorio Nazionale Infanzia e Adolescenza, Centro Nazionale di Documentazione per l’Infanzia e l’Adolescenza, Commissione Bicamerale Infanzia, 3 Piani Nazionali Infanzia, etc.).
Inoltre, sul versante del Terzo Settore, da circa un decennio sono attive ampie reti di Organizzazioni Non Governative nazionali, anche accreditate in ambiti internazionali, che svolgono una preziosa e puntuale azione di proposta sui temi dei Diritti, della Partecipazione, del Monitoraggio dei Diritti. Tra questi citiamo il PIDIDA (Coordinamento Per I Diritti dell’Infanzia e Dell’Adolescenza), che ha seguito (e noi Arciragazzi con esso) tutte le iniziative di partecipazione diretta dei bambini e dei ragazzi alle Conferenze e Incontri nazionali e Internazionali (2 volte a New York all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2002 e nel 2007, Conferenza del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia a Ginevra nel 2005, Conferenza Infanzia del 2002, Forum dei Ragazzi e incontri in Senato nel 2006, incontro con il Presidente Napoletano del 2007) e che ha sviluppato un’intensa e significativa esperienza e competenza nella proposta di processi partecipativi con i ragazzi (dal monitoraggio delle politiche locali e nazionali all’elaborazione di proposte per le Amministrazioni). E, inoltre, citiamo il Gruppo di Lavoro per la CRC, che dal 2001 elabora annualmente il Monitoraggio circa l’applicazione della CRC in Italia, accreditato presso il Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia di Ginevra.
Dagli anni 2000 in poi il panorama appare però più complesso e difficile perché la mancata armonizzazione e completa applicazione della Legge 328/00 da una parte (con l’assenza dei LIVEAS a 9 anni dalla promulgazione della 328/00) e il decentramento di alcuni funzioni legislative alle Regioni successive alla modifica del Titolo V della Costituzione, mettono seriamente in mora la concreata applicazione delle disposizioni della Convenzione ONU sui dei Minori; infatti senza i Liveas manca lo strumento di ricaduta degli Standard minimi sui livelli regionali e senza la connessione di questo strumento con i Diritti e il Piano Nazionale Infanzia l’azione legislativa delle Regioni rischia di non recepire “strutturalmente” le elaborazioni e gli impegni internazionali dello Stato Centrale.
Forse ancora manca una cultura diffusa dell'intervento sull'infanzia e “per” l’infanzia, a nostro parere la Politica (con la “P” maiuscola) non ha assunto strutturalmente la Convenzione ONU come fonte di ispirazione (a differenza di quello che è accaduto ormai 15 anni fa), sicuramente manca la volontà dell'investimento sulle giovani generazioni, viste via via come “problema”, “emergenza” e, recentemente, solo come “categoria debole” da proteggere; addirittura si sta imponendo un pensiero che ci preoccupa molto, quello che considera i bambini e i ragazzi sono come “figli” o “studenti” o “fruitori di servizi” quindi confondendo le politiche per l’infanzia e l’adolescenza, volta per volta, con quelle familiari, scolastiche, sociali; la stessa Legge 328/00, pur inapplicata, purtroppo propone per molti una visione che riduce le occasioni e le opportunità per l’infanzia e l’adolescenza (così titolava saggiamente la Legge 285 nel 1997) con “prestazioni” e servizi, a loro volta legati non già a Diritti ma alle disponibilità date dalle varie leggi finanziarie.
E’ preoccupante, a dimostrazione di questo calo di attenzione, che ad oggi si sia ancora in attesa del rinnovo del Piano Nazionale Infanzia, scaduto nel 2004 e della figura del Garante Nazionale per l’Infanzia.
Noi proponiamo ad ogni cittadino adulto e quindi a tutti gli ambiti organizzati della Società (la politica, le Amministrazioni, la Società Civile organizzata, le famiglie, etc.), di fare del 20nnale dei Diritti dell’Infanzia il “punto di partenza” per un percorso da intraprendere nei prossimi anni, perché i Diritti dei Bambini e dei Ragazzi sono ancora largamente inattesi in Italia, nella prassi, nelle politiche, nel sistema strutturale che da vita alle nostre Leggi, nel sistema culturale che sta alla base del sistema educativo e formativo, nelle nostre città sempre più impraticabili dai bambini e ancor meno disponibili per il gioco, nel loro tempo iperorganizzato, nella disattenzione verso le politiche di sostegno per le donne, nei respingimenti dei bambini in mare solo perché figli di stranieri ….
In generale, è opinione e auspicio di tutta l’Arciragazzi che il tema dei Diritti – e in questo caso dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in particolare – sia una fonte di partenza per l’elaborazione delle politiche di welfare sia nazionali che regionali e locali, attraverso gli strumenti che la legislazione ci consegna (Liveas, Conferenza Stato-Regioni e Stato-Regioni-Enti Locali, Leggi Quadro sui Servizi Sociali, etc.). E’ infatti a noi evidente che un welfare che si riconduca solo agli aspetti “prestazionali” e di mero “servizio” (pubblico o esternalizzato che sia) non può da solo raggiungere gli obiettivi che la ratifica della Convenzione ONU pone.
Ed è altrettanto evidente che la scomparsa della “società educante”, che la delega educativa al solo ambito dei servizi e delle “professioni” sia lo specchio di una comunità che considera i bambini e i ragazzi una “riserva indiana”, al più da proteggere e non da promuovere come parte integrante delle nostre Città e Paesi.
In questi giorni è prevista la Conferenza Nazionale Infanzia e Adolescenza, a Napoli, dal 16 al 18 Novembre. Auspichiamo che in tale appuntamento possano trovare adeguato spazio i temi principali dei Diritti (Non Discriminazione, Partecipazione, Educazione, Famiglia, Protezione delle Minoranze e dei Migranti, Povertà minorile, etc.) e possa fare un sostanziale passo in avanti nella dotazione del Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza e nel rispetto delle Raccomandazioni sui Diritti poste al nostro Paese dagli organismi internazionali.
Perché il 20simo anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sia il punto di partenza per i prossimi 20 anni di Diritti dei Bambini e dei Ragazzi, delle Bambine e delle Ragazze in Italia. Noi ci saremo, sappiamo che non saremo soli.
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